CON CHIORAZZO, AL LAVORO E ALLA LOTTA!

Alla chiarezza e nettezza del pronunciamento politico della Direzione regionale del Pd del 27-10-2023 ed alla limpidezza ed autorevolezza dell’azione del candidato Presidente Angelo Chiorazzo, che in diversi incontri territoriali ha esposto i tratti salienti del programma di governo alternativo al centrodestra che ha malgovernato la Basilicata, si contrappongono quotidianamente patetici e stucchevoli tentativi di intorbidire le acque, che rendono paradossale la situazione politica lucana in vista delle elezioni regionali del 21 e 22 aprile prossimi.

Oggi vi è la spasmodica attesa dell’esito delle elezioni sarde, a dimostrazione di una inquietante sudditanza politica e culturale, oltraggiosa nei confronti dei protagonisti dell’ultraventennale ciclo politico vincente del centrosinistra lucano, che mai hanno subito imposizioni “romane” né accettato veti, ma hanno implementato un peculiare modello preso ad esempio da altre realtà e che, purtroppo, ha esaurito la sua spinta propulsiva quando i deleteri personalismi e gli smisurati arrivismi hanno prevalso sulle ragioni della politica, intesa come “cervello collettivo” e come strumento per migliorare le condizioni materiali di vita delle persone in carne ed ossa.

Nella Basilicata dell’anno di grazia 2024 accade, invece, che per sabotare la qualificante candidatura di un figlio del popolo lucano- che con umiltà ed intraprendenza è riuscito a creare importanti attività cooperativistiche ed ad operare nel sociale al servizio dei soggetti più deboli e svantaggiati, intessendo proficue relazioni di dimensione internazionale che possono tornare utili alla Basilicata- si saldi un inedito asse trasversale tra i sedicenti custodi dell’ortodossia di sinistra “dura e pura” e gli “ultimi giapponesi” della teoria craxiana dell’ago della bilancia, che nella Prima Repubblica aveva un senso, ma che all’epoca del bipolarismo rischia di ridurre ad una sostanziale ininfluenza chi la interpreta, che, anziché essere cooptato, potrebbe essere lasciato a piedi tanto dal tram di destra che da quello di sinistra.

A differenza, però, del tanto invocato modello sardo, ove a sostegno di Soru, che rischia di far perdere il centrosinistra, convergono sia Azione che Rifondazione Comunista, in Basilicata  l’occasionale corrispondenza d’amorosi sensi si avvale anche della sintonia con i vertici del M5S, i quali, in ossequio alla loro dimensione mediatica, hanno avviato le nomination in stile Grande Fratello pur di intralciare un’autorevole candidatura, definita al termine di un percorso di ascolto e di partecipazione popolare portato avanti da un movimento civico reale e non virtuale e sostenuta dal partito più forte, rappresentativo e capillarmente radicato della Basilicata.

Sembra, quasi, che l’inedita ammucchiata anti Chiorazzo cerchi di applicare l’antico motto maoista “grande è la confusione sotto il cielo, la situazione è eccellente”, che aveva un senso quando ad alimentare la confusione era un soggetto politico forte, che in questa maniera “capitalizzava” il proprio potere, ma che, a parti invertite, rappresenta un’anacronistica parodia, con sigle minoritarie che tentano d’imporre i propri desiderata, a danno di movimenti civici di massa e di forze politiche, in primis il Pd, strutturate e diffuse nell’intero territorio regionale, che in questa fase dovrebbero principalmente preoccuparsi di costruire liste forti, competitive e contendibili, rappresentative di tutte le fasce generazionali, sociali, professionali e territoriali della nostra meravigliosa regione.

                                                                    Giovanni Petruzzi