INAMMISSIBILE PER IL PD CAMBIARE IL CANDIDATO PRESIDENTE

Nel mentre saggiamente uno dei padri fondatori del centrosinistra lucano, Tonio Boccia, lancia un ulteriore appello al buonsenso ed alla ragionevolezza politica alle forze del campo giusto affinché chiudano un accordo serio e lungimirante intorno alla candidatura di Angelo Chiorazzo, l’anomalo asse degli sfasciacarrozze sottoscrive un comunicato congiunto per offrire una sponda ai tentativi che alcuni settori del M5S stanno portando avanti per umiliare il Pd, la comunità politica più radicata e capillarmente diffusa della Basilicata.

I responsabili delle sigle minori della sinistra, insieme al segretario regionale di Azione che ha più volte ribadito che il partito che rappresenta può allearsi sia con la destra che con la sinistra all’insegna dell’antico motto “Francia o Spagna purché se magna”, senza alcuno sprezzo del ridicolo, affermano che bisogna “creare il clima di coesione costruito in Sardegna”, dimenticando che nella regione in cui è diventata Presidente Todde i calendiani sostenevano Soru.

Una flessibilità estrema, che per altri soggetti politici riguarda persino la denominazione della sigla d’appartenenza, come attestato dalla riesumazione del copyright Alleanza Verdi Sinistra, accantonando momentaneamente quelli singoli di Sinistra Italiana ed Europa Verde, forse perché di quest’ultima è coordinatore regionale Giuseppe Digilio che, insieme alla maggioranza dei Verdi lucani, esprime posizioni politiche differenti.

Il refrain di questi stonati ritornelli- congiuntamente alle infelici sortite di qualche esponente nazionale dei 5 stelle che, dopo aver incassato la Presidenza della Regione Sardegna con la metà dei voti del Pd. esprimono incomprensibili veti nei riguardi dei candidati del Pd in Basilicata e Piemonte- rappresentano gli ultimi fuochi d’artificio fatti esplodere propedeuticamente all’importante Direzione Regionale del Pd di domani, ove auspicano di sovvertire una decisione solennemente assunta nello scorso mese di ottobre, che sarebbe inammissibile modificare, pena la delegittimazione di un’intera classe dirigente ed il suicidio politico collettivo del centrosinistra lucano, che sarebbe inesorabilmente proiettato verso una certa sconfitta elettorale, nonostante l’inconcludente ed inetta legislatura regionale guidata dal ricandidato Presidente Bardi.

                                                                         Giovanni Petruzzi