L’IMPOSTAZIONE

Non vorrei che i posteri ( se, sfaccendati, leggeranno le mie note) mi rimproverassero di avere trascurato gli avvenimenti più importanti di questi ultimi tempi, ma purtroppo, non sono densi di vicende destinate a passare alla storia. Alludo alla impostazione politica di cui l’amministrazione comunale si rende protagonista. Di essa si registrano soltanto sporadiche uscite di difficile collocazione, delle quali magari ne avremo delle altre. Ma di atti concreti di cui andarne fieri e rivendicarne il diritto, niente, nemmeno l’ombra. Tutto già ereditato! Ma è la causa di questo stato di quiete, di questa immobilità che mi sfugge. Sarà la conseguenza della diversificazione dei ruoli? Ora è quasi un anno che lor signori sono a Pradibosco e un po’ tutti qualcosina in più l’attendevano. Adesso la situazione è più o meno questa: Un giorno l’ingegnere Magno Capite, direttore artistico, si sveglia e va scrivendo una serie di lettere, indirizzate ai suoi amici con le mani in pasta, e tutte con un tema comune : “La brutta crisi”. Un altro arrivano le dichiarazioni ricche di rabbia di Crudelia De Mon, la quale, avendo praticamente parlato senza apprezzabili soste in questi ultimi mesi, è riuscita a non dire mai nulla, mantenendosi rigorosamente fedele a una costante e tenace inutilità.
“A Washington – questa è l’ultima dichiarazione del nostro ministro del tesoro, che ne renderà un’altra non meno indispensabile fra una ventina di minuti – a Washington si trattava di impostare un piano di lavoro”. Quindi, presasi la testa fra le mani e superata la sorpresa che gli procura ogni volta il fatto che pesi tanto poco, il ministro ha pregato gli astanti di lasciarlo solo perché doveva seguitare a pensare. Intanto a Bruxelles Hansel & Gretel richiamavano la loro corrente e prendevano accordi sulle procedure. Poi si sono rivisti tutti a Parigi e hanno stabilito un metodo per il futuro. C’è mancato un niente che stabilissero anche un metodo per il passato. E i tanti tecnici? Le tante controfigure che girano intorno? Come avranno reagito a l’essere rimaste a bocca asciutta? Adesso sono tornati tutti a casa e noi attendiamo con ansia che ci parlino del ruolo svolto nell’Europa. Ma quale ruolo? “Si trattava soltanto di stabilire un metodo per il futuro”. Quindi oltre alla permanenza di identiche condizioni, senza evoluzione o sviluppo, a cui ci hanno costretti svolgeremo anche un ruolo di comprimari nella futura Europa. Questo grazie ad una condivisione di intenti emersa dopo lunghe ed estenuanti trattative? Allora forse la metodologia passata di un’unica impostazione politica non era poi tanto riprovevole.

Lord Henry Wotton